D'improvviso mi trovo in una sorta di teatro.
C'è un concerto.
Per una strana mescolanza spazio-temporale mi aspetto di vedere i Five.
Invece mi accorgo che c'è un cantante solista, con la sua band.
Non co chi sia, so solo che somiglia tremendamente al mio amore adolesceziale, Nicola.
Il teatro è piuttosto affollato.
Quando poi la band se ne va e resta solo il cantante, comincia lentamente a svuotarsi.
Un uomo, di cui non ricordo il viso, ma era sulla sessantina, mi prende e mi porta con la forza sotto il palco.
Le mie amiche - ricordo Gaia e Viviana con i suoi genitori - non si accorgono di nulla.
Lui mi stringe e mi tocca.
Io cero di divincolarmi con tutte le mie forze, ma non riesco a liberarmi.
Cerco aiuto ma nessuno sembra accorgersi di nulla.
Gaia passa, io attiro la sua attenzione; lei mi guarda ma sembra non vedermi.
Un secondo dopo vedo un coltello sul palco con una lama piccola ma grossa.
Lo prendo e comincio a bucare il mio rapitore.
Ma anche lui ne ha uno e mi buca a sua volta.
Non esce sangue.
A nessuno dei due.
Nessun dolore.
[..]
Poi d'improvviso sono libera.
E poi sogno l'incesto tra fratelli.
E poi mi sveglio e mi rendo conto che devo andarmene da questa casa, al più presto.
E penso alle belle serate tra amici, quando però c'è sempre qualcosa che rovina la festa.
Ma quel qualcosa, alla fin fine, sono io.
E penso che domani tornerò a lavarare dopo 33 giorni. E che non ho sfruttato bene il mio tempo come avrei dovuto.
E penso che amo la musica ma che se questo mi crea malessere devo rinunciare.
Qualcuno ne sarà anche felice.
Anche io a volte sono felice delle "disgrazie" altrui.
Forse mi sento anche in colpa.
O anche no.
E penso che oggi andrò a farmi una passeggiata solitaria.
Ne ho proprio bisogno.
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