Due giorni in Paradiso ed ecco che, quando torni alla realtà, stai peggio di prima. Ti rendi davvero conto che dove stai, stai male.
Due giorni fuori dalla normalità quotidiana, in una dimensione parallela. Dove tutto è niente e tutti sono nessuno.
Due giorni di pace e tranquillità. Non sola con me stessa ma come se lo fossi stata essendoci una sorta di simbiosi tra me e la mia compagna di viaggio.
Due giorni lontana dalla vita pratica e dai pensieri di qualsiasi tipo.
Due giorni molto stancanti ma che avrei voluto non finissero mai.
E poi... puff... ritorno alla realtà: ricomincia la routine quotidiana. Sveglia alle 6.30, vado a lavoro, litigo con qualche turista e con qualche collega. Mi viene da piangere e voglio licenziarmi. Seriamente. Ma poi penso che non avrò il coraggio di farlo, che sono una codarda, che sono debole e che non ho la forza di dare una virata alla mia vita.
E poi ripenso alle parole di quel ragazzo marocchino conosciuto in quei duoe giorni di fuga dalla realtà... Vogli fare come lui. Voglio essere come lui. Lui dice di essere debole, ma non lo è affatto. IO lo sono, IO non ho il coraggio di scegliere e quindi non mi metto nella situazione di dover scegliere...
Perché l'ho conosciuto? E' il destino che mi parla? Perché lui, e perché proprio in questo momento della mia vita?
Poi penso alla Profezia di Celestino e al destino. Alle coincidenze - che non esistono - e che forse qualcuno lo ha mandato per portarmi un messaggio.
Allora che dovrei fare? Far finta di nulla e andare avanti con la mia vita? Dovrei forse accettare il mio presente? Forse. manon sono pronta a farlo.
Quindi ho scelto di lasciarmi cullare dalle ali del destino, questa volta però non resterò distesa, ma mi alzerò in piedi e con la braccia al cielo andrò avanti e soprattutto GUARDERO' aventi, al mio futuro. Non mi accontento del presente. E' ora di mettere una pietra in questa strada che si chiama Vita, fatta di ostacoli da superare. E io credo di averne appena superato uno.