mercoledì, marzo 26, 2008

L'IRA

L'ira non è l'aggressività, che al pari della sessualità è una pulsione assolutamente fondamentale per la conservazione dell'individuo e della specie. L'ira è un sentimento mentale ed emotivo di conflitto con il mondo esterno o con se stessi che controlliamo poco e maneggiamo peggio perché, in preda all'ira, non siamo più padroni delle nostre
azioni. Per questa sua componente irrazionale l'ira, come ci ricorda Aristotele, non è da confondere con l'odio, che può raggiungere i suoi scopi distruttivi solo percorrendo rigorosamente le vie della razionalità.

Le passioni sono dinamiche del corpo che lo danneggiano sia quando vengono eccessivamente compresse, sia quando vengono scatenate senza limiti.

La salute del corpo e l'equilibrio della mente non si mantengono con la repressione delle passioni o peggio con la loro rimozione, ma con la loro "misurata espressione".

L'ira è un modo di riaffermare se stessi e il proprio mondo di valori.

L'ira, coinvolgendo l'emozione, è sempre più convincente di qualsiasi discorso e, se espressa come dice Aristotele: "al momento giusto, nel modo giusto, con la persona giusta", consente talvolta di ottenere quel che si chiede e di rafforzare la propria autostima. Ma per questo ci vuole la "giusta misura", proprio quella virtù che l'ira tende a mandare in frantumi.

Ci sono questioni che esigono giustizia e la chiedono con l'unica forza a disposizione di chi non ha potere: la forza dell'emozione, che dobbiamo imparare non solo a conoscere ma anche a capire, per evitare che la deprecazione della rabbia nasconda l'ingiustizia, e il rispetto delle buone maniere occulti, fino a renderli invisibili, i più nefandi giochi di potere.

Da I vizi capitali e i nuovi vizi
di Umberto Galimberti

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