[...] E' la paura che si impone oggi come presupposto dell'ordine: una paura-specchio in cui l'inquietudine dell'essere e l'instabilità del mondo si esasperano a vicenda in un circolo vizioso di timori; moltitudine di esseri-particella, senza calore, espropriati del loro centro, disgregati all'interno, collegati all'esterno unicamente dai rumori e dalle immagini del presente mandate in onda, mantenuti nel loro stato d'ansia da un'abbondanza di informazioni trasformate in sentito dire; esseri per i quali la paura della contaminazione, dell'attentato, dei licenziamenti, dell'aggressione, del caos, dell'incidente, della catastrofe naturale, dell'abbandono... si confondono, e che vorrebbero tanto essere liberati da queste angosce con l'eliminazione definitiva del tragico e la sicurezza assoluta nei loro territori. Il governo che nasce da una simile aspirazione è una forma inedita di terrore, terrore non verticale e gerarchico ma orizzontale, diffuso, un terrore senza volto in cui gli esseri-particella sono carnefici di se stessi, terrorizzati dal loop delle loro fobie, incapaci di affermare con precisione se siano la malattia o la solitudine o la morte o il caso o le bombe o il gatto della vicina la vera fonte della loro apprensione, paradossalmente esacerbata dall'informazione che, anziché illuminare lo spirito critico, si infiltra come un virus sottopelle per inquietare l'inquietudine. Non avendo questa paura un oggetto determinato, al potere basta designare una causa o indicare un nemico a sua piacimento per legittimare l'esercizio del proprio potere. Può farlo senza limiti di tempo e preventivamente, con il semplice pretesto del rischio; il timore porta così al consolidamento infinito del potere - perchè prevenga tutti i rischi - e al contempo alla sua critice infinita - poiché il potere è incapace di prevenire tutto, sarà contstato e criticato ogni volta che si verifica un incidente.
Da Superpunk Arcimondano
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